Estate 2007, l'Europa brucia. Beriev BE-200 dove sei?
Beriev b 200
Non ho memoria di un' estate della mia vita che non sia trascorsa senza che i giornali riportassero notizie di rovinosi incendi un po' in tutta Europa; tutti gli anni, dopo l'appuntamento con la morte di decine e decine di persone arse vive e con devastanti distruzioni della macchia mediterranea si sollevano le solite polemiche: ma di chi è la colpa? Da una interrogazione parlamentare (Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00373 Atto n. 2-00373 Pubblicato il 29 aprile 2003 Seduta n. 385 TESTO DISPONIBILE), si può desumere chiaramente come la responsabilità dei singoli Stati come istituzioni sia altissima, ed anche dell' Europa quale istituzione nascente, che non si è ancora dotata di una flotta aerea comune, che combatta questo fenomeno. Non ho memoria infatti, di nessun presidente del consiglio, che davanti al proprio paese abbia affrontato la cruda realtà, promettendo l'acquisto di 50 piuttosto che di 100 velivoli per la lotta contro gli incendi (potranno sembrare cifre spropositate ma anche soltanto una vita umana risparmiata alla terribile morte per arsura, vale per il sottoscritto l'acquisto anche di 1000 velivoli. Questo per me è uno Stato con la S maiuscola). Dalla medesima interrogazione parlamentare si desume come l'Italia nel 1998 fosse dotata di soli 14 velivoli Canadair CL415; 14 velivoli?! Io spero che questo dato, non lasci indifferenti, anche se forse lo troverà scandaloso solo chi ha chiesto aiuto perchè vedeva tutti i suoi risparmi andare in fumo, e si è visto rispondere che l' intera flotta statale dei canadair era impegnata altrove. Già perché quei pochi velivoli che ci sono, a volte sono impegnati tutti contemporaneamente, con grande stress per i bravissimi piloti che li pilotano. Secondo la protezione civile “Qualsiasi punto del Paese è raggiungibile entro 60/90 minuti dal decollo. Attualmente il Dipartimento della Protezione Civile può disporre di 16 Canadair, 4 elicotteri S 64, 6 elicotteri del C.F.S. (2 AB 412 e 4 NH 500), 2 elicotteri AB 212 della Marina Militare, 3 elicotteri dell'EI (1 CH 47, 1 AB 212, 1 AB 205), 1 elicottero AB 212 dell'A.M. 2 AB 412 dei VV.F. A questi mezzi si aggiungono quelli in dotazione alle Regioni. Inoltre la Protezione Civile ha stretto un accordo di reciproco aiuto con la Francia: i nostri aerei intervengono in Corsica ed in Costa Azzurra, quelli francesi in Liguria, Sardegna, Piemonte, Valle d'Aosta e Toscana.” Durante questa estate 2007, che verrà ricordata più o meno come le ultime, proprio per i terribili incendi che hanno flagellato l'Europa, sembra prioritario scagliarsi contro i piromani, mettere delle taglie, inasprire le pene (provvedimenti tutti sacrosanti) ma nessuno pensa al fatto che in fondo ipiromani, figli di Nerone, sono sempre esistiti; i mass media focalizzano l'attenzione solo di loro, tracciandone morbosamente profili psicologici e dimenticano di mettere in luce come l'intero impianto di sicurezza per lo spegnimento degli incendi boschivi sia antiquato almeno quanto il suo velivolo simbolo, il Canadair. Questo è il dato saliente della questione, questa è la notizia.
Canadair in azione
Gli attuali velivoli, Canadair CL-415 chiamati anche Bombardier Aerospace 415, sono stati introdotti nel 1994, su una rivisitazione del Canadair CL-215 il cui primo volo risale al 23 Ottobre 1967; la capacità del modulo antincendio è di 5.346 litri, autonomia di volo di 6 ore, e tempo di rifornimento estinguente di 12 secondi; è davvero un peccato che l'essere umano, non sia progredito anche in questo settore, dopo essere sbarcato sulla luna nel 1969; forse è ancora più incredibile che un paese come il nostro dipenda dalla funzionalità di soli 14 o 16 apparecchi per lo spegnimenti dei grandi incendi.
Quali soluzioni, oltre a quella più ovvia, e quindi più disattesa, di implementare il parco macchine dei velivoli in dotazione? Navigando sul web ho trovato su un blog questa accattivamente testimonianza:
“Sono rimasto affascinato da questo aereo (il rumore dei motori è stupendo) che ho visto in azione a Maratea nell'estate del 2005. http://www.airliners.net/open.file?id=1046235 Era in corso un incendio e vedevo svolazzare i soliti Canadair e qualche elicottero. Ad un certo punto gli altri aerei sono spariti, ho sentito un sibilo, ho alzato gli occhi ed ho visto questo aereo...con i finestrini...del tutto simile ad un aereo civile e mi sono chiesto cosa ci facesse a bassa quota nel mezzo di un incendio un jet passeggeri. Poi ho visto sganciare l'acqua ed ho capito che era (anche ) un aereo antincendio. Poichè non ne ho più visti, nè mi risulta che la Protezione Civile li abbia in dotazione chiedo ai più esperti qualche notizia in più sull'aereo e sul suo utilizzo in Italia. E' un aereo versatile e interessante, su youtube ci sono video anche per operazioni di salvataggio in mare".
E così mi sono informato meglio, scoprendo che il velivolo in questione si chiama Beriev BE 200, ed è un grande idrovolante a reazione antincendio russo (solo l’Unione Sovietica ha continuato a produrre grandi idrovolanti). Si tratta di una macchina di grandi dimensioni, capace di una portata di oltre 12.000 litri di acqua (più del doppio del Canadair e dei maggiori elicotteri oggi in servizio). Guardate questi video dell'aereo in azione, davvero impressionanti http://it.youtube.com/watch?v=AdJzxrz1AGohttp://it.youtube.com/watch?v=5Y1_X_l_smw
Sembra che la nostra protezione civile ne abbia acquistato uno o noleggiato in leasing nel 2005, e che sia stato pilotato da personale italiano coadiuvato da personale russo (lo deduco da alcune testimonianze “l'anno scorso l'ho visto in zona di Olbia (era basato come gli altri Canadair) all'opera nello spegnimento di un incendio. Impressionante”. Ma poi il progetto deve essere decaduto per problemi burocratici (sembrerebbe che la ragione fosse perché l'aereo non era più autorizzato a volare nei cieli italiani per gravi problemi di manutenzione; forse l'operatore russo era stato iscritto nella celebre Black List comunitaria, ma le notizie non sono chiare).
Sarà pure demagogia, ma trovo mediocre una qualsiasi società in cui, anche una società privata, possa arrivare a pagare l'arte di una persona di calciare una palla, 10 o 20 milioni di euro all'anno (il giocatore più pagato al mondo nel 2006 risulta Ronaldinho con 22,5 milioni di euro - Fonte Il Sole 24ore), e poi per quanto riguardi i costi della sicurezza, come l'acquisto di numerosi velivoli antincendio, sembra che i soldi non ci siano mai. Le risorse andrebbero impiegate per implementare in modo consistente la flotta aerea esistente in modo serio e non parsimonioso, e se necessario acquistare anche mostri come questo: 10 Tanker Air Carrier, sembrerebbe capace perfino di "allagare", oltre che di aggredire vasti incendi. (scarica 45,600 litri di acqua o liquido ritardante!!!!) Guardatelo in questo video (è un modello simile dello stesso tipo): http://it.youtube.com/watch?v=Ui_PC0XJvhU
Paradossalmente in Italia, in Spagna, in Grecia, in Portogallo, si risparmia sulle flotte antincendio senza pensare quanto costa in termini di vite umane e danni, un vasto incendio boschivo che non si riesce a circoscrivere. L'unica soluzione seria quindi, mi pare sia quella di implementare in modo consitente (raddoppiare?), il numero di velivoli adibiti alla salvaguardia del patrimonio boschivo italiano e delle nostre vite.
10 Tanker Air Carrier
Mauro Corona in "Le voci del bosco" scrive: "Non esiste sulla terra nessun motivo che possa scusa l'incendio doloso di un bosco. Reputo tale azione grave come un omicidio, se non superiore. E andrebbe punita di conseguenza".
Le Mie Cicladi: "My dream is to fly, over the rainbow so high"
Alberto sul quad; sullo sfondo i mulini a vento e le batterie veneziane a Ios.
Sono tornato da pochi giorni, e senza paura di esagerare grido che le Cicladi sono un sogno ad occhi aperti; mentre scrivo, in sottofondo, per tenere ben vive le emozioni della vacanza ho la canzone dell'estate 2007 che li spopolava ..vero tormentone con il ritornello "My dream is to fly Over the rainbow so high..", gridato a squarciagola un po’ da tutti nelle notti brave delle Cicladi; la canzone in questione è “Rise Up” di YVES LAROCK (ma a tratti si sentiva anche una delle mie canzoni preferite dell’estate, la bellissima “Relax” di MIKA, con il ritornello “Take it easy…”). Iniziamo seriamente con Santorini, a mio avviso la più internazionale delle tre isole; mentre a Ios e Mykonos spopolano infatti quasi del tutto solo Italiani, anzi i più coatti dei più coatti degli Italiani, a Santorini si sente parlare anche Inglese, con la presenza, sempre in minoranza rispetto in ogni caso agli Italiani, di Inglesi, Australiani, Americani etc. etc.
Santorini, è il gioiello paesaggistico delle Cicladi: ideale per coppie innamorate, ma anche per visitatori in cerca di paesaggi inusuali, rappresenta la location romantica ideale, con i suoi paesaggi infuocati, a rimembrare l’esplosione vulcanica che diede forma all’attuale conformazione dell’isola. A Santorini, nonostante la sabbia vulcanica nera scotti (parlo della spiaggia nera di Perivolos vicino a Perisssa), ed il sole infuocato non manchi mai (quindi consiglio di partire con una crema a protezione 30, anche per chi vanta una pelle non delicata), c’è un vento forte costante che rinfresca. Il forte vento in verità è stato una costante per tutte e tre le settimane nelle isole Cicladi. A Santorini, non si possono sicuramente non frequentare le decine di stabilimenti balneari attrezzati della spiaggia di Perivolos (Perissa), accoglienti per i drinks pomeridiani (mediamente costa 5 euro) e di ritorno dal mare vi si può mangiare anche qualche piatto tipico (insalata greca 4,5 euro ad esempio); insomma i prezzi non sono proibitivi, ed il modo loro di trattare i turisti è decisamente nobile ed invitante; può succedere infatti che per invitarti in qualche locale lungo il mare ti venga offerto gratuitamente da bere mentre passeggi: a me in Italia, non è mai successo! Insomma mi è capitato più volte di impuntarmi di tornare in hotel a farmi una bella doccia per poi uscire a mangiare, ed invece rigorosamente intorno alle 18 finivamo in boxer da spiaggia a mangiare in taluno di questi locali, che sulla spiaggia di Perissa e Kamari, si snodano a decine, ognuno cercando di essere più originale rispetto all’adiacente vicino. A Santorini, ci si può spostare con l’ottimo servizio d’autobus locali (più o meno una corsa costa 1,80 euro, il biglietto si fa rigorosamente sull’autobus e portano tutti al capoluogo Thira, da dove poi, ulteriori corse ti portano nelle maggiori località balneari; gli autobus si riconoscono perché di color crema e/o verdi, spesso vecchi mercedes con musica tipica guidati da autisti bravissimi nel portarti per le anguste e rovinate strade) oppure lo scooter (il cui costo medio giornaliero si aggira sui 20 euro più il costo della benzina che in una settimana può arrivare a 15 euro in tutto girando parecchio); unico neo di tale scelta, sono le strade veramente pericolose, con numerose buche ed in evidente stato di rovina, con un asfalto liscio consumato dal sole ed assenza di guard-rail (molto pericolosa la strada a strapiombo che da Thira porta ad Oia); mi sento quindi a malincuore di consigliare l’utilizzo dell’autobus o al limite del quad, sebbene più costoso del motorino, per motivi di sicurezza. Santorini si contraddistingue, per la varietà di situazioni che propone, e una settimana per visitarla va benissimo, purchè sia intensa di spostamenti; i cavalli di battaglia di Santorini sono sicuramente la Red Beach, la spiaggia vulcanica di roccia rossa (non l’ho visitata ma ho sentito parlare molto anche della White Beach), con la presenza d’enormi massi di magma e roccia vulcanica ma anche di una spiaggia sabbiosa, ed il capoluogo Thira, arroccato a strapiombo sul mare, location ideale per assistere al tramonto del sole da una terrazza panoramica e per visionare la caldera, l’intero bacino vulcanico di Santorini, in un’atmosfera ferma nel tempo; infine Oia, cittadina stupenda, invasa però letteralmente da turisti, e quindi la sua visita è compromessa in alcuni periodi dell’anno, perché l’effetto è lo stesso che si prova per alcune calli nei pressi di piazza San Marco a Venezia nei periodi d’alta stagione (lo stesso credo valga per i prezzi dei ristoranti, da cui mi son tenuto ben lontano). Per quanto riguarda la vita notturna, le discoteche a Santorini, come in tutte le Cicladi (salvo Mykonos), in concreto non esistono: spopolano invece i dancing bar (l’unica discoteca pubblicizzata nell’isola è l’Enigma Club a Thira, in cui puoi provare ad entrare trattando con 15 euro, ma rischi solo di crearti una qualche aspettativa, tanto vale provare un dancing bar che magari ti mette la musica che più ti piace (Umbrella di Rihanna?), piuttosto che il prodotto di un qualche dj, come è capitato a me, che magari si è auto convinto in quella serata che l’Elettronica o la Techno music, sia musica a tutti gli effetti…(sicuramente lo è, ma allora in questo caso cos’è il “rumore”? ). Particolarità di Santorini, sono i gatti e soprattutto i cani randagi; spesso in branchi molto uniti, si contraddistinguono per essere molto magri ma pacifici; convivono con i turisti, cercando di strapparti simpaticamente lo spuntino; ad Oia verso sera si può sentirli abbaiare in un “concerto”, che ti accompagna fino ad il tramonto del sole. Inoltre camminando per le strade, si può assaggiare l’uva che in alcuni punti abbonda fin sul bordo delle strade; nell'isola si produce un ottimo vino dal sapore dolce e molto corposo, il Vin Santo http://www.santowines.gr/ ; molte coppie decidono di sposarsi a Santorini, io stesso ho visto un corteo nuziale di stranieri, percorrere le stradine di Thira. La storia di Santorini, è davvero incredibile: l'isola fu la sede di una cultura molto progredita per i canoni storici standard dell’epoca, “all’avanguardia”. Ho letto da qualche parte che il collasso del vulcano di Cantorini, provocò un maremoto a cui si dovrebbe la scomparsa e/o declino della civiltà cretese; ho cercato conferme sul web a questa notizia, trovandone ma resta da verificarne l’attendibilità storica, ed in questo momento non ho tempo di leggere libri in tal senso.
Veniamo a Ios: stupendaaaa! Mille volte più bella della Mykonos tanto pubblicizzata, ormai un grande circo affollato (dopo sparerò a zero su quest’isola….); tengo a precisare che il mio hotel dava proprio sulla baia e spiaggia più bella, e cioè Mylopotas: un chilometro di sabbia e acqua trasparente… un acquario. L’aspetto più gradevole che a Mylopotas si concretizza tutto quello che vorresti da una vacanza perfetta: sole, mare, sport, divertimento, paesaggio…. Andiamo in ordine: appena arrivato hai subito la sensazione che questa baietta (Mylopotas), protetta alle spalle da brulle montagne, di emozioni ne abbia da regalare, ed anche tante; nel territorio adiacente il lungomare, pascolano pecore e muli, in un paesaggio amenico fatto di ulivi e arbusti; d’acqua ce n’è sicuramente più che a Santorini, dove è proprio scarsa (il costo di una bottiglia d’acqua da 1,5 l è mediamente a Santorini di 1 euro). A Ios, quindi non si può che soggiornare a Mylopotas (gli hotel sono pochi, ma basta prenotare molto tempo prima); nel lungomare si può cenare con soli 3 euro!!! (1 euro soulaki kalamaki e 2 euro pita chicken), un vero paradiso anche per chi rompe il salvadanaio per andare in vacanza; l’aspetto che più vi colpirà, è che la spiaggia è frequentata solo da giovani, la maggior parte fascia 18-20, ma fino ai 35 anni ci sono un po’ tutti; risulta quindi impossibile non farsi trascinare in qualche torneo a calcetto o in qualche partita a beach volley; la spiaggia è attrezzata in tal senso, vi spopolano giovani e solo giovani. Io ho fatto amicizia perfino con un cagnolone, denominato Black, che tutti i giorni correndo dall’interno della baia verso la spiaggia giocava un po’ con tutti: non ho mai visto un cane così felice (c’è da dire che sulla spiaggia c’è una pasticceria aperta 24h su 24h, quindi il cane festeggiato un po’ da tutti, sicuramente non aveva problemi di dove reperire il cibo). Sulla spiaggia si sente parlare solo italiano praticamente, perfino dal pr delle discoteche di Chora (il capoluogo), italiano anche lui, un po’ come tutti su questa spiaggia. Insomma se vedi un campo da pallavolo con dei ragazzi che vi giocano, per inserirti ti basta chiedere “Ragazzi, si può giocare??” e sei dentro alla grande. Dai localini, in uno dei quali puoi pranzare o cenare con soli 3 euro (ti rendi subito conto di quali sono i meno cari, ti basta guardare i prezzi ben esposti onestamente a differenza di Mykonos, dove il Menù con i prezzi, è un optional), proviene tutto il giorno una musica che tiene compagnia. Alla fine della spiaggia, c’è un villaggio turistico per giovanissimi, praticamente tutti 18enni invasati di musica a palla, il Far out, lo consiglio veramente per chi a questa età ed ai primi viaggi, vuole ritrovarsi in una situazione esplosiva e sicura allo stesso tempo (non ho mai visto una rissa in 7 giorni, per quanto dal villaggio salga alto l’odore di birra e degli shots che qui costano quasi dappertutto 1 o 2 euro massimo). Al Far Out, o prenoti molti mesi prima dell’estate, oppure devi accontentarti del campeggio, in quanto il villaggio registra sempre il pienone. Non voglio dilungarmi troppo, altrimenti scriverei un libro, ma la spiaggia di Mylopotas, si prende da me un bel 10 e lode (la rimanderei a Settembre con la scusa di tornarci!), e non escludo di tornarci, perché so che mi regalerebbe altri 7 giorni di vero mare spensierato; il mare è sempre pulito e bello come nei migliori poster dei carabi; pulita è sempre anche la spiaggia, grazie al lavoro della gente del posto. A Ios, nonostante la presenza di un servizio autobus sempre all’altezza, consiglio caldamente il quod: costa 35 euro al giorno, ma regala emozioni a non finire, in quanto con questo potete visitare la Tomba di Omero, vera emozione di Ios, per il panorama delle Cicladi che da qui potete godere e Manganari, altra spiaggia molto rinomata, che per un contrattempo non ho potuto visitare (avevo perso il casco e per ritrovarlo ho in pratica esaurito il serbatoio ed era l’ultimo giorno..sob; ovviamente il casco era bianco ed era caduto su una stradina di pietruzze bianche…grrrrrrr); l’ascesa alla tomba di Omero, per una strada deserta e non sempre asfaltata, è qualcosa di indimenticabile: arrivati alla tomba, tutto si ferma, ti senti sospeso nell’aria, e senti solo il vento che qui davvero non manca mai; davanti a te le Cicladi. Altro cavallo di battaglia di Ios, è la vita notturna di Chora, vera città del divertimento notturno, che inizia nelle decine di dancing bar e finisce nelle due discoteche dell’isola lo Scorpion e lo Sweet Irish Club (che però non reggono proprio il confronto con i bei locali che abbiano noi, quindi comunque bisogna sapersi accontentare). La vera attrazione quindi sono i dancing bar, dove gli shots costano sempre pochissimo e l’alcool scorre a fiumi; la città è percorsa solo da giovani per le viuzze strette, in grave stato di divertimento!!! Ios, è piccola, facilmente conquistabile, e quindi risulta davvero simpatica; non dimenticate da Mylopotas con il quad di intraprendere la strada dissestata per Manganari magari alle prime ore del mattino: non vedrai anima viva per 1 ora, sarai solo te ed il serbatoio di benzina, pronto a scendere di fronte alle ardue salite. Ios, non ha l’aeroporto e neanche la presenza di navi da crociera alla fonda, e forse anche per questo non ha un flusso oceanico di turisti mordi e fuggi, che a Mykonos invece sono insopportabili (almeno in Agosto). A Mylopotas ad esempio, complice la vita notturna dell’isola, prima delle 12 in spiaggia non c’è in concreto nessuno, e la spiaggia non si riempie sicuramente prima delle 15. Ho lasciato Ios, a malincuore Mykonos? Bleah!!!! No, dai è ingiusto, però la tentazione di sparare a zero sull' isola un po’ ce l’ho; le sensazioni che ti lascia infatti sono sempre quelle del prodotto del consumismo più radicale, dell’abusivismo edilizio che costruisce un po’ ovunque per soddisfare la marea di turisti che qui davvero son disposti a camminarsi in testa, pur di trovare spazio; è pieno infatti di scheletri di case in costruzione; non ho idea di come potesse essere Mykonos un paio d’anni fa’, ma sicuramente l’ho visitata quando il suo declino è iniziato bello e buono; il popolino va a Mykonos, per sentirti ricco e al centro della vita mondana del Mediterraneo; compagnie di bulli, tutti italiani, infestano rumorosamente l’isola, spargendo bestemmie ed ignoranza, tutti impegnati ad andare alle spiaggie Paradise e Super Paradise, e una volta arrivati, telefonano ad amici e parenti, gridando “waeeeeeee sono a Mykonos, alla Super Paradise”, come se fossero arrivati poi chissà dove; insomma secondo me l’isola ora è sovrastimata, e la sua fama è dovuta più al suo passato incontaminato che al suo presente; su quest’isola ho dovuto per forza ascoltare, visto che alcuni italiani quando discorrono gridano, le vicende più imbarazzanti (tipo una ragazza napoletana che sfacciatamente ammetteva che andava, insieme al prete a mangiarsi le pizze con i soldi dell’elemosina; l’isola conta la presenza di molti napoletani, e fin qui niente di male, se non avessi appurato che alcuni nell’isola delinquono, quindi occhio agli zaini ed al portafoglio); la navi da crociera sbarcano ogni giorno migliaia di persone ed arrivano continuamente aerei pieni di coatti, che hanno aspettato tutto un anno, per venire a ruttare, bestemmiare, ed imprecare; insomma Mykonos è stata rovinata dalla gente, rimane il mare e qualche spiaggia incontaminata in alcune ore del giorno, ma per il resto altre isole delle Cicladi sono molto più accattivanti ed il divertimento che le connota è molto più spensierato e genuino. Le discoteche, che a Mykonos dovevano essere incredibili e stratosferiche, sono penose. Ho speso 30 euro per entrare al Paradise (da quello che diceva la gente, sembrava che dovessi spendere chissà che cosa: leggende parlavano di centinaia di euro), e complice il rumore (hanno messo musica elettronica), non mi ha lasciato proprio nessun particolare ricordo; la discoteca è adiacente ad un campeggio per “selvaggi”, che lascia un po’ così, per chi si aspetta una location da mille e una notte, con terrazze panoramiche e atmosfere festaiole. Anzi, la dico proprio tutta: la vita notturna di Mykonos è proprio penosa, a meno che uno non soffra di gravi stati allucinogeni dovuti a qualche pasticca, allora forse l’elettronica e la techno che mettono possono risultare decenti; piuttosto si salvano i dancing bar di Mykonos città, che però risultano molto cari (12 euro a drink; a me è capitato di berli ma ad ogni sorso, son 3 o 4 euro che va giù..la prospettiva proprio non mi piace) e almeno per mia esperienza personale, la gente che ci lavora è particolarmente maleducata, in quanto ti vedono come un banconota da 50 euro che entra nel loro locale; è praticamente impossibile bere in tutta l’isola fino ad essere allegri senza spendere almeno 50 euro a sera; tanto vale tenersi i soldi ed andare a Mylopotas a Ios!!!! I costi esorbitanti dei drinks, non valgono quindi un soggiorno che può risultare soffocante e limitativo, rispetto alla potenzialità d’offerta delle altre isole del Mar Egeo (non le ho ancora visitate, ma saranno mille volte meglio Rodi e Creta ad esempio, con il loro patrimonio storico). L’unico aspetto per il quale secondo me valga la pena visitare Mykonos (la spiaggia più bella è forse Kalafatis, con l’ombra naturale della vegetazione), è l’opportunità da questa di raggiungere l’isola archeologica di Delos, vera e propria sorpresa inaspettata; a 45 minuti di traghetto da Mykonos con una spesa di euro 12,50 di traghetto e 5 euro di ingresso, trovi resti archeologici davvero notevoli.
Riassumendo, i punti forti delle Cicladi sono il clima ed il mare impareggiabili, per chi vuole sicuramente trascorrere dei giorni di mare ricostituenti, senza traccia di brutto tempo; l’acqua è di color acqua marina, ideale per una vacanza rigenerativa, ed in 21 giorni non l’ho mai trovata sporca, neanche praticamente nell’affollato porto di Mykonos, pieno di navi da crociera. La brezza che spira costante, attenua la calura di un sole, che in 3 settimane non è mai stato oscurato da una qualche nuvola. I paesaggi amenici, impervi e arsi dal sole, sono intervallati da una suddivisione del territorio in lotti di terreno, delimitati da muretti di pietra locale e da ricoveri per ovini e pastori; non mancano nelle vicinanze dei villaggi, i tipici mulini a vento, che fanno da “immagini per il tutto” di una Grecia candida a tinte bianche ed azzurre; tali paesaggi incontaminati, uniti al paesaggio mozzafiato che si può godere da alcuni punti panoramici delle Cicladi (come alla Tomba di Omero a Ios o da una terrazza panoramica di Thira a Santorini), rievocano antiche atmosfere magiche, di una delle più grandi civiltà del nostro mondo, quella Greca, a cui fanno da sfondo le odierne grida di festa di giovani vacanzieri e lo strombazzare di scooter e quad che la percorrono in lungo ed in largo; per toccare con mano l’antica civiltà greca consiglio caldamente la visita a Delo, raggiungibile facilmente da Mykonos.
Mi fermo qui, altrimenti il racconto “Le mie Cicladi”, andrebbe suddiviso in Tomi pesanti ;))). Appena tornato da questa vacanza, ho subito intuito, in quale altro paese finirò l’anno prossimo, amici permettendo; ma per ora non svelo niente, i sogni devono restare nel cassetto, e tanto vale covarli per un anno per poi veramente concretizzarli. Tra meno di un mese penso di pubblicare nel sito tutte le foto della vacanza, e contestualmente credo che caricherò il mio nuovo sito personale, a cui sto lavorando un po’ tutti i giorni, quando riesco. Buon rientro a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, viva la Grecia, viva le Mie Cicladi; già perché con tutto quello che ho speso in questa vacanza son convinto d’averle comprate. ;)))
Cerca la verità dappertutto e con tutti i mezzi, diventando ciò che sei, sviluppando le tue autentiche potenzialità; condividi queste tue verità perchè la felicità è vera solo quando è condivisa; parti in esplorazione oltre lo stagno di rane, "apportando un radicale cambiamento al tuo stile di vita, cominciando con coraggio a fare cose che mai avresti pensato di fare o che mai hai osato. C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perchè è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso."
Difendi gli ultimi lembi di un territorio martoriato, sfruttato, degradato e spremuto da un progresso cieco. Ascolta il Cantico delle Creature e chi come Andrea Zanzotto e Mario Rigoni Stern canta le lodi della Natura e di quei beni non immediatamente monetizzabili, quali la bellezza, il senso di condivisione e appartenenza, il patrimonio storico-culturale. Ciò che appare in pericolo oggi nella mia terra Veneta come forse anche nella tua, non è solo la salubrità dell'acqua, dell'aria o dell'ambiente, ma i paesaggi nella loro varietà e ricchezza, i beni storici profanati, gli scorci oltraggiati, e il senso di appartenenza
Sotto il guanto di velluto di un umanitarismo efficacemente supportato da manipolazione genetica, impiego di sostanze psicoattive, ipnopedia e divertimenti ipertecnologici, l'umanità è finalmente riuscita a sconfiggere le malattie, l'aggressività, la guerra, l'ansia, la sofferenza, il senso di colpa, l'invidia e il dolore. Ma il prezzo di tale vittoria ha un nome: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio.
Il mondo nuovo ha conseguito benessere, senso della comunità, stabilità e una soddisfazione pressoché generale solo per ritrovarsi popolato da creature con fattezze umane, ma spiritualmente ritardate. Consumano, fornicano, assumono "soma", giocano a "palla centrifuga", azionano le macchine che rendono possibile tutto ciò. Non leggono, non scrivono, non pensano, non amano, ne si autogovernano. Arte e scienza, virtù e religione, famiglia e amicizia sono passate di moda. Quel che più conta è la salute fisica, la gratificazione immediata. "Non rimandare mai a domani il divertimento di oggi". Nessuno aspira a qualcosa di più. L'uomo nuovo è così disumanizzato che non si rende neppure conto di ciò che ha perso.