Christopher McCandless, morto a 24 anni, "cavaliere solitario che misura se stesso sulla capacità di sopportare la privazione. Di ogni cosa: della civiltà, delle comodità, del cibo, dell'amore, del consenso" pur di abbracciare la Natura. Nel 1992 Chris aveva vent'anni una famiglia pronta a dargli ogni bene di lusso e una brillante carriera davanti a sé. Ma girò le spalle a tutto. Non gli interessava. Anzi, peggio: lo allontanava da se stesso, dal significato di essere Uomo. Così bruciò la macchina, regalò i suoi risparmi e senza nulla se ne andò verso l'Alaska per vivere, anzi sopravvivere, solo grazie alla forza e alla capacità di capire la natura. (tratto da il Venerdì di Repubblica, numero 1034 11 Gennaio 2008) Locandina del film "Into the Wild" Finalmente un film, "Into the Wild", che intercetta i pensieri di tanti giovani. Quei sogni che la politica, il potere, non saranno mai in grado di cogliere.
Il film è tratto dal best seller di Jon Krakauer, Nelle terre estreme, (Corbaccio).
Chi non ha per una volta pensato, "appena mi laureo, me ne vado" oppure "vado a lavorare all'estero, in un paese lontano"? Chi si sente veramente libero?
Io ci penso continuamente e so che presto o tardi avverrà, sto solo aspettando, come sempre che passi il treno giusto con dentro le persone... che sto aspettando. Nel frattempo mi godo "Into the Wild", che è fantastico ancora prima di vederlo..
Potrei scrivere tantissimo, a riguardo, di quelli che sono i miei sogni, i miei progetti, ma in fondo, è più la paura che parlandone evaporino...quindi preferisco limitarmi a riportare quanto scritto da altri: Angelo Calianno.
Angelo Calianno di 26 anni, sono pugliese, e viaggio per passione da quando avevo 18 anni, ho vissuto due anni a Londra e una volta l'anno scappo in Africa o in Sud America per minimo un mese. Per il momento non ho un lavoro fisso, perchè questo mio prendere e lasciare lavori per poi partire mi crea qualche problema, quindi faccio una miriade di lavori, l'interprete, il barista, lo scrittore Free Lance, e il collaboratore con agenzie di viaggio e Tour Operator. Tratto da:
http://www.inafrica.it/ Nell’agosto 1992, a nord del monte Mckinley, in Alaska, un cacciatore di alci trovò in un vecchio autobus abbandonato, il corpo di un ragazzo, ormai in decomposizione. Accanto al corpo senza vita, qualche libro e un diario. Un diario firmato con uno pseudonimo che il ragazzo aveva usato fino a quel momento, Alexander Supertramp, ma il vero nome del ragazzo come si sarebbe scoperto poco dopo era Chris McCandless. Ma chi era Chris McCandless e cosa ci faceva una ragazzo così giovane, solo e sperduto nelle foreste dell’Alaska? Nel 1990 dopo aver conseguito con il massimo dei voti una laurea, Chris, un ragazzo di 22 anni e di buona famiglia, prese tutti i suoi risparmi (25 000 dollari) e gli diede in beneficenza, bruciò la sua auto e sparì dalla circolazione, per sempre, uniche tracce, i suoi appunti sul diario e la gente che incontrò sul suo cammino. Con poche righe spiegò ad amici e famiglia che non ne poteva più della sua vita normale e voleva abbracciare la natura. John Krakauer, uno scrittore americano ma prima di tutto un avventuriero ed un alpinista, affascinato dalla storia di Chris, decise tramite gli appunti nel diario e gli indirizzi annotati, di intervistare chiunque avesse incontrato Chris, chi gli aveva dato un passaggio, le persone per cui aveva lavorato in piccoli fast food o in fattorie sperdute dell’American del nord, chi l’aveva ospitato o semplicemente, fatto una chiacchierata e preso il suo indirizzo, raccolse tutto questo in uno splendido libro, ormai quasi introvabile “Into the Wild” (Nelle Terre Estreme, nella versione italiana) Quello che ne emerse fu incredibile, tutti, nessuno escluso ricordavano quel ragazzo con grande affetto, Chris aveva come unica filosofia, quella di lasciare il posto in cui si trovava, appena ci si fosse trovato bene, la sua sfida era….mettersi alla prova ogni giorno, e come ultima destinazione, arrivare nella fredda Alaska, lì dove finalmente avrebbe potuto abbracciare la natura che da tanto cercava. Chris si muoveva per l’ovest americano lavorando ovunque gli capitasse, fino a mettere da parte i soldi necessari per la partenza successiva, da tutti veniva ricordato come un ragazzo taciturno e lavoratore, e sempre con il sorriso sulle labbra. Il corpo di Chris venne ritrovato nell’estate del 1992, nel vecchio pullman abbandonato c’erano graffiti e passi sottolineati di alcuni libri come quelli di Tolstoj, Kerouac, Jack London ecc. Il motivo della morte di Chris tutt’ora non è stato chiarito, lo stato di decomposizione non permise una autopsia accurata, Chirs potrebbe essere morto di stenti, freddo oppure avvelenato da alcune radici di cui si era cibato.Lo scherzo del destino fu che la salvezza per Chris era soltanto a pochi kilometri dall’autobus abbandonato, infatti a un’ora di cammino avrebbe trovato sia la strada, che un capannone per i rifugi usato dai Rangers, ma lo spirito di Chris gli aveva sempre imposto di viaggiare senza una mappa, quindi, lui ignorava tutte queste cose. Tra le tante persone con cui parlò, ci fu qualcuno che affezionò al ragazzo più degli altri, un anziano signore che incontrò Chris mentre faceva autostop, insieme viaggiarono da Salton City fino a Grand Juction in California. L’uomo si chiamava Ronald A. Franz, (uno pseudonimo su richiesta dell’uomo) una persona sola, in pensione e molto insoddisfatta della propria vita, Ron non voleva più separarsi dal suo nuovo giovane amico, ma sapeva di non poterlo fermare. Ecco alcuni stralci delle lettere che Chris scrisse a Ron: “Ron, apprezzo sinceramente l’aiuto che mi hai dato e i momenti che abbiamo trascorso insieme. Spero che la nostra separazione non ti abbia depresso troppo. Potrebbe passare molto tempo prima di rivederci ma, ammesso che io superi l’affare Alaska tutto d’un pezzo, riceverai di sicuro mie notizie. Vorrei ripeterti solo il consiglio che già ti diedi in passato, ovvero che secondo me dovresti apportare un radicale cambiamento al tuo stile di vita, cominciando con coraggio a fare cose che mai avresti pensato di fare o che mai hai osato. C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo , dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà, non esiste niente di più devastante che un futuro certo.Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura.La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. "Spero davvero, Ron, che non appena ti sarà possibile, lascerai Salton City, attaccherai una roulotte al camion e comincerai a goderti il grande lavoro che il Signore ha compiuto nell’ovest americano,vedrai cose, conoscerai gente, e ti insegneranno molto. Dovrai farlo in regime d’economia, niente motel, preparati da mangiare da solo e, come regola generale, spendi il meno possibile, perché così ti ritroverai ad apprezzare immensamente ogni cosa.Spero che la prossima volta che ti vedrò sarai un uomo con una sfilza di nuove esperienze e avventure alle spalle.Non esitare o indugiare in scuse.Prendi e vai, Sarai felice di averlo fatto.Riguardati." Alex.
L’ottantenne Ron, venne così colpito dalle parole del giovane vagabondo che vendette la sua casa e i mobili per comprarsi un Caravan, ci mise dentro un letto, un’attrezzatura da campeggio e cominciò a viaggiare lungo l’ovest Americano, Ron arrivò fino alla Bajada, stesso posto dove si era accampato mesi prima Chris, si fermò lì, in attesa del ritorno del suo amico, che purtroppo non avvenne mai.
Molti furono i giovani impressionati dalle gesta di Chris, qualcuno lo paragonò ad un moderno profeta, altri usarono parole taglienti accusandolo di dare cattivo esempio per i giovani che cercano di farsi strada nella società. Per me invece, come per tanti altri, Chris fu la prima spinta a viaggiare, per me come per tanti altri, Chris rappresenta il coraggio di mettersi uno zaino sulle spalle per affrontare realtà che non avrebbe mai immaginato, questa di Chris, è solo una delle tantissime storie, che si può incontrare viaggiando. Angelo Calianno
Una frase sottolineata da Chris nel libro "La felicità familiare" di Lev Tolstoj : “Volevo il movimento, non un esistenza quieta, volevo l’emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia, che non trovava sfogo, in una vita tranquilla”
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