venerdì 14 novembre 2008

La "condanna a morte" di questo paese è lo stile della curia

Lo stile della Curia, come imparò a sue spese Fra Paolo Sarpi a cui attentarono i sicari mandati dalla Chiesa, si attua a suon di stilettate giornalistiche.
L' "Avvenire", il quotidiano dei vescovi italiani, si è schierato contro l'interruzione delle cure ad Eluana Englaro. L'immagine qui riportata è la prima pagina dell'Avvenire di Venerdì 14 Novembre 2008; l'immagine di sfondo sta a rappresentare la Giustizia italiana ed il titolo è "Condanna a morte per Eluana".

Visto che durante tutta la mia vita il mio destino mi ha portato a studiare la Storia e quindi ho dovuto prendere atto tra gli innumerevoli episodi storici che in questo momento non è possibile citare tout court

  1. Giovanna d'Arco e Giordano Bruno sono stati bruciati sul rogo;
  2. Galileo Galilei è stato costretto dalla chiesa ad abiurare;
  3. la Chiesa vendeva le indulgenze come hamburger e patatine provocando la reazione di Martin Lutero;
  4. con la complicità della Chiesa e con i crocifissi in mano sono state sterminate intere popolazioni del Sud-America ed in altre parti del mondo;
  5. la Chiesa tentò di assassinare fra Paolo Sarpi il quale scampato ai sicari disse "Riconosco lo stile della Chiesa";
  6. la gran parte dell'arretratezza del meridione d'Italia si deve proprio al latifondo ecclesiastico la cd "manomorta ecclesiastica" che per secoli ha afflitto buona parte del paese e molti dei mali che affliggono la società italiana dalla gerontocrazia adreottiana alle innumerevoli ingiustizie sociali (vedi l'emblematica condizione di disparità in cui si trova la donna, ancora quasi del tutto esclusa dagli organi decisionali quali cda, parlamento..La classifica stilata dal World Economic Forum che analizza la condizione femminile in base alla partecipazione alla vita politica, economica, l'istruzione e l'assistenza sanitaria vede l'Italia 67esima: dopo di noi in Europa solo Repubblica Ceca, Romania, Grecia, Cipro e Malta; prima di noi nel mondo Lituania, Moldavia, Lesotho, Filippine, Botswana, Mozambico) si possono imputare allo status quo portato avanti a remi indietro dalla Chiesa;
  7. si sono perfino negati i funerali a Piergiorgio Welby dopo averne mortificati i diritti naturali. Piergiorgio Welby aveva detto in una lettera al Presidente della Repubblica: "Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà";
  8. in questi ultimi anni la Chiesa ha pesantemente e con successo interferito nella politica italiana prodigandosi per negare i diritti alle coppie di fatto estranee al concetto di famiglia cattolica e per disconoscere agli omosessuali la capacità di amare veramente e di essere persone come tutte le altre, relegandole ai margini della società;
  9. la Chiesa ritiene prevalente il suo diritto a disporre della vita di Eluana Englaro, arrivando come in questo caso ad asserire che la Giustizia italiana l'ha condannata a morte rispetto al diritto del padre che l'ha messa al mondo e che chiede che si ponga fine a questo accanimento terapeutico che la figlia avrebbe rifiutato e che Piergiorgio Welby ha felicemente descritto essere una non-vita;
  10. la Chiesa continua a mietere vittime criminalizzando moralmente i metodi contraccettivi e nella sua politica non si fa portavoce di quegli "ultimi che dovrebbero essere i primi", ed è distante anni luce dal messaggio d'amore lasciato da Gesù Cristo e da Francesco d'Assisi e da quei missionari che oggigiorno con coraggio combattono contro l'analfabetismo e la fame nei paesi in via di sviluppo.

Visto che l'Avvenire in un ottimo esempio di bipensiero orwelliano si può permettere liberamente di accusare la giustizia italiana di omicidio, allora ho pensato per la par condicio di predisporre anch'io una mia prima pagina ideale:

Nell'immagine Angelo Bagnasco , nella sua tipica espressione cristiana e caritatevole, (Pontevico, 14 gennaio 1943) è un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo metropolita di Genova, nonché generale di corpo d'armata dell'Esercito Italiano (è stato a capo dei cappellani, e come tale è generale di corpo d’armata in pensione)

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