Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima
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Primo piano di Mauro Corona , che dice "è sciocco cercare di mascherare il cammino degli anni. L'incidere del tempo cambia il colore alla pelle del maggiociondolo e la abbruttisce, ma lui non se ne rammarica [...] Cambiare la nostra identità per cercarne una di moda che ci appartiene, fa smarrire il senso della vita". Oltre quarant'ani di vita nei boschi e dialoghi con le piante e con la roccia. Durante questo lungo tempo, ha capito, sono parole sue, "che tutto in natura ha un proprio carattere, una personalità, un linguaggio, un destino" e "durante le scalate difficili cominciai a parlare anche alla roccia e le cose andarono meglio".
Sentite questa metafora: "il faggio è la folla, la massa, e la sua giornata è quelle del lavoratore laborioso. La fabbrica funziona perchè ci sono i faggi che avvitano bulloni e svolgono lavori di manovalanza. Senza di loro la catena di montaggio non andrebbe avanti. Nessuna società può vivere e produrre solo con il riservato maggiociondolo, o con l'elegante betulla, o con il duro ma fragile acero. Ci vogliono i tanti faggi che ogni mattina sono lì, a timbrare il cartellino. Certo lui non è un lettore, non va a teatro, il cinema impegnato non lo conosce, ma per il calcio, per la squadra del cuore, è disponibile a tutto. In fabbrica, il lunedì è felice se i suoi hanno vinto e poi un po' di osteria, le carte e la televisione sono il suo mondo. Dei faggi ho grande rispettoperchè, da semplici operai, devono mantenere la famiglia, pagare l'affitto, mandare i figli a scuola. Nella città del bosco sono i manovali che impastano la malta, portano i mattoni e costruiscono le case. Senza di loro i designer, gli ingegneri, i tenici ossia i frassini, i tassi, i maggiociondoli morirebbero di fame. Questi ultimi sono di famiglia privilegiata e quindi mancano di quella manualità che sola permette la sopravvivenza e che sta pericolosamente scomparendo anche nei ceti meno abbienti. Ma, prima o dopo, sarà di nuovo necessario avere manualità e il riappropriarsene costerà assai caro a coloro che allora popoleranno la terra." Mauro Corona in "Le Voci del Bosco"
Ecco i due video forse più belli che ben rappresentano l'alpinista, scultore e scrittore Mauro Corona ( http://www.dispersoneiboschi.it/ ).
Ho incontrato Mauro Corona pochi giorni fa'. Era sulla palestra naturale per arrampicatori di Erto, divenuta proprio famosa grazie allo scrittore, scultore ed alpinista. Quel giorno Mauro era li festante, nonostante la sbronza di vino della sera precedente e nonostante i quasi 60 anni si è arrampicato come un ventenne aprendo la strada ad un suo amico medico (scherzando mi ha detto che lo porta ad allenare perchè in cambio gli prescrive il viagra gratis eh eh che forte mauro). Ha dimostrato di essere l'autore dei suoi libri. Un saggio, temprato dalla montagna, che tanto avrebbe da insegnare ad un mondo di colletti bianchi senza identità che consumano 3 litri di carburante per acquistare un litro di latte e che vomitano cemento ed asfalto, banche e centri congressi, come se questi potessero sfamarci. La metropoli di New York cosa produce veramente? Cosa finisce sulla nostra tavola? Uova di gallina, mais, frumento?....
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Palestra naturale di arrampicata a qualche centinaio di metri dalla Diga del VajontQuesto è il video che ho fatto su Mauro Corona: sicuramente vista anche la musica in sottofondo risulterà superficiale ai più ed un po' sacrilego ed in constrasto con lo spirito che emana nella valle del vajont; ho preferito un timbro allegro e spensierato perchè Mauro Corona nella sua saggezza e profondità d'animo è una persona che trasmette anche allegria, carisma, spensieratezza, oltre che a riflessioni profonde sulla nostra esistenza, ed è per questo che credo sia amato anche tanto dai giovani. Quindi alti i calici, non ci si piange addosso ma si combatte. La miglior prova di questo è andarlo a trovare a Erto, nella sua bottega..o andando a caso nei boschi limitrofi.
60 years everything is possible. Thanks to Mauro Coronahttp://www.dispersoneiboschi.it the gym Erto became one of the most prestigious for sport climbing in Italy. You can find him frequently to give advice to climbers experts and beginners. Mauro Corona was born in Italy near Trento from a couple of itinerant vendors and as such was born in a cart in 9 august del 1950. Corona is one of the most popular contemporary sculptors wood, known in Europe. Also devotes to climbing (Mauro Corona has opened over 300 climbing routes in the Dolomites) and writing. Many of his novels have been translated into several languages including Chinese. Mauro Corona has a particular relationship with the trees, and often embraces them with warmth and that he was taught since childhood when he went to cut the trees to make firewood. It was a way to reassure the tree and tell him not to worry. The passion for woodworking Mauro Corona has inherited in its valley, among its people. It carved the wood to need, the objects created are sold, will survive with the walking. Huge masses of chips, the unmistakable smell of wood that took shape as the baby Mauro Corona noted that his grandfather partnership with skilled manual created spoons, bowls and many other tools. Switch solitary moments of study and writing in conferences, meetings and events, continues to make wooden figures inspired by the shapes and things that affect thinking during walks in the woods of Val Vajont. It should be running in the mountains and brings children to climb. When set in the evening you can sometimes meet in the tavern that enjoy a good red with friends. Sometimes more than one. Mauro Corona said "The resin is the product of a pain, a tear that seeps from the wounded. Drops gold, yellow like honey, which does not flee away, not run away like water, do not leave the tree. Remain glued to the trunk, for give company, to help him resist, to continue growing. The memories are drops of resin that flow from the wounds of life
60 years everything is possible.
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Il lancio dei manifesti su Vienna. In alto a destra è individuabile la cattedrale di santo Stefano
All’esterno, nei giardini, sono stati collocati 7 aerei (Republic RF 84F, Grumman HU-16A ALbatross, Aermacchi MB 308 e MB 326), 2 elicotteri Augusta Bell AB 204 e AB-47J, 5 alianti e motoalianti e 2 missili (Nike Hercules e Nike Ajax).
Subito dopo l'inizio del XX secolo vennero utilizzati dei piccioni con una macchina fotografica attaccata al petto per ottenere fotografie a distanze considerevoli. Questo sistema presentava ovvie imprecisioni e problemi. http://www.nasm.si.edu/exhibitions/lae/script/be_first2.htm#pigeon
Missile terra aria NiKE Hercules che svetta a 8 metri di altezza dalla sua rampa.
Sciretti Alberto inseguito da un'oca nel giardino del castello di San Pelagio (PD)
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Recentemente ho letto di Thomas Edward Lawrence "La rivolta nel deserto" (Revolt in the desert) Newton Compton Editori. (costo 3,90 €), ed ho pensato di riportarne qui alcuni passaggi, se non altro per il fatto che il libro è stato scritto in prima persona proprio da colui che universalmente viene chiamato Lawrence d'Arabia, e cioè il tenente colonnello Thomas Edward Lawrence (Galles, 16 agosto 1888 – Dorset, 19 maggio 1935) che fu un agente segreto, un militare, un archeologo e uno scrittore inglese. Lawrence d'Arabia non volle ricavare diritti d'autore da questo libro che attribuì tutti ad una Fondazione di assitenza a favore degli orfani degli uomini della RAF, degli invalidi e dei mutilati di quest'arma.
Riporto qui di seguito alcuni passi interessanti del libro:
1) "l'immobilismo, in una guerra irregolare, prelude al disastro, ed io credevo che ciò che mancasse fosse una guida: per incendiare il deserto non serviva l'intelligenza, nè il buonsenso, nè la saggezza politica, ma solo la fiamma dell'entusiamo."
2) "Era facile sedersi sul dorso di un cammello senza cadere, ma molto difficile capire la bestia e trarne il massimo in lunghi viaggi senza affaticare nè il cammello nè il cavaliere"
3)"il calore delle pianure avevano aggravato la situazione riempiendomi di vesciche. Anche gli occhi mi facevano male per il bagliore che la sabbia argentea e i ciottoli sfavillanti riverberavano"
4)"gli arabi pensano che sia poco virile portarsi provviste di cibo in un viaggio di soli 160 km"
5)"La sorgente era di proprietà comune e ripartita tra i proprietari terrieri che ne usufruivano per alcuni minuti oppure ore durante la giornata o la settiman, secondo la tradizione. L'acqua era un po' salmastra, come richiedevano le palme più pregiate, ma era potabile nei pozzi privati all'interno dei boschetti dove fluiva con frequenza a un metro e mezzo circa di profondità"
6)"Questo gusto spietato dei turchi nel fare la guerra aveva inorridito gli arabi, per i quali la prima regola era l'inviolabilitàdelle donne, la seconda, che la vita e l'onore di un bambino troppo piccolo per combattere dovevano essere salvaguardati; la terza , che la proprietà troppo grande per essere trasportata non doveva essere danneggiata."
7)"Credevo nel movimento arabo e, prima ancora che arrivassi, ero fiducioso del fatto che attraverso questa rivolta potevamo fare a pezzi i turchi"
Lawrence at Akaba, 1917 © Imperial War Museum. Lawrence non ebbe comandi effettivi, la sua abilità politica e militare fu quella di essere capace di conquistarsi la stima e la fiducia dei suoi superiori e quella dei capi arabi. In verità anche coloro che combatterono con lui, regolari arabi, beduini e soldati britannici, lo ammirarono e lo giudicarono un buon ufficiale e un buon combattente. Divenne beduino tra i beduini, vivendo, mangiando, cavalcano il mehara, combattendo come loro. Egli coniugò il modo tradizionale di combattere delle tribù, a cavallo e sui mehara, con le armi moderne, gli esplosivi, le mitragliatrici, le autoblinde e gli aeroplani.8)"Lo sheriffo nutriva non solo i soldati ma anche le loro famiglie, pagando due sterline al mese per ogni uomo e quattro per ogni cammello. Nient'altro avrebbe fatto il miracolo di tenere un esercito tribale accampato per cinque mesi interi [...] Uno su dieci degli ottomila uomini di Feisal era un soldato capace di combattere a cavallo di un cammello, gli altri erano uomini delle colline [...] i membri di una tribù stavano alla larga da quelli appartenenti da un'altra [...] La loro istintiva sete di possesso li rendeva particolarmente sensibili ai saccheggi e il depredare treni, assaltare carovane e rubare cammelli li stuzzicava moltissimo. Erano inoltre troppo liberi di tesa per sopportare gli ordini o per combattere in gruppo. Un uomo che sa combattere da solo, di solito, è un cattivo generale e questi uomini non mi sembravano adatti alla disciplina militare"
9)"L'unico aspetto inquitante era che i turchi potessero riuscire a terrorizzare gli arabi con l'artiglieria. Il suono di un cannone spingeva i soldati a cercare riparo. Equiparavano il potere distruttivo di un'arma al rumore che produceva. Non avevano paura dei proiettili e neppure di morire: ma la morte causata da un fuoco di proiettili gli sembrava insopportabile"
10)"All'improvviso Feisal mi chiese se avessi voluto indossare abiti arabi durante la mia permanenza nell'accampamento. Trovavo la cosa conveniente da parte mia, poichè era un abito comodo e adatto alla vita araba che conducevamo"
11)"Una delle fatiche del deserto, era la compagnia coatta, in cui ognuno sentiva ciò che veniva detto o vedeva ciò che veniva fatto, giorno dopo giorno. [...] Mi insegnarono, però, che nessuno poteva diventare il loro capo a meno che non si nutrisse con le loro stesse razioni, indossasse i loro abiti, vivesse al loro livello e, nonostante questo, dimostrasse di possedere un contegno più elevato.
12)"Feisal aveva piantato le tende a circa un chilometro e mezzo dal mare [...] ma per noi, gente del nord, era un piacere, la sera, godere della brezza marina che portava con sè il mormorio delle onde, deboli e lontane, simile all'eco del traffico di una strada periferica di Londra"
13)"Poichè a Wejh eravamo soliti accamparci isolati, molto isolati, trascorrevo il mio tempo ad andare e venire dall'accampamento di Feisal alle tende inglesi, dal campo egiziano alla città, dal porto alla stazione radio, marciando tutto il giorno senza sosta su e giù per quei sentieri corallini con i sandali o a piedi nudi, incallendo i piedi e imparando, per gradi, a camminare senza dolore su un terreno tagliente e ardente, e temprando il corpo già ben addestrato, a sforzi maggiori. I poveri arabi si domandavano come mai non avessi un cavallo ed io mi dilungavo in discorsi incomprensibili su come desiderassi rinvigorire il mio corpo oppure confessando che preferivo camminare che cavalcare per risparmiare gli animali"
14)"Avvennero anche degli incidenti. Una volta un gruppo, scherzando dietro la nostra tenda, disinnescò una bomba di aeroplano. Nell'esplosione le loro membra furono sparpagliate in tutto l'accampamento, macchinado le tele con chiazze rosse che subito diventarono marrone scuro e poi scolorirono in beige pallido. Feisal ordinò di cambiare le tende e distruggere quelle macchiate di sangue"
15)"Feisal faceva giurare solennemente i nuovi accoliti sul Corano di aspettare quando lui avesse aspettato, di marciare quando avesse marciato, di non cedere ai turchi, di trattare bene chi parlava arabo e di mettere l'indipendenza al primo posto, prima ancora della vita, della famiglia e dei beni.
16)"Entrò una figura alta e robusta, con una faccia smunta, appassionata e tragica. Era Auda seguito da Mohammed, suo figlio, che aveva l'aspetto di un bambino e infatti aveva solo undici anni.. Feisal balzò in piedi. Auda gli prese la mano e la baciò ed essi si appartarono di un paio di passi e si guardarono: una coppia magnificamente disuguale, esempio di ciò che di meglio ci fosse in Arabia, Feisal il profeta e Auda il guerriero [...]
24) Faceva terribilmente caldo, molto più di quanto ne avessi soffert oin Arabia, e la preoccupazione e i continui spostamenti ci rendevano la cosa ancora più difficile. Persino alcuni degli umoni più robusti, tra le tribù, crollarono sotto la crudeltà del sole, e strisciarono e dovettero essere portati sotto le rocce per trovare riparo all'ombra. Le taglienti lastre di calcare che sporgevano dai crinali ci tagliavano i piedi e molto prima di sera i più energici tra noi lasciavano impronte rossastre sul terrenoad ogni passo.
(Photo by Hulton Archive/Getty Images). Durante gli spostamenti come ebbe a scrivere nel suo libro "La rivolta nel deserto", Lawrence d'Arabia teneva "il turbante sistemandolo anche sotto, a mo' di barba, per respingere il calore che si sollevava a ondate lucenti dal terreno e mi colpiva il volto"
Il Corpo imperiale a cammello.
The Imperial Camel Corps
was a brigade-sized military formation which fought for the Allies in the Sinai and Palestine Campaign in World War I. Its personnel were infantry mounted on camels for movement across desert.The Corps was founded in January, 1916. It attained its full strength in December that year. In May, 1918 it was reduced in strength to a single battalion. The Corps was formally disbanded in May, 1919. 346 of its personnel were killed in action.41) Ero famoso per essere l'unico senza barba e io mi distinguevo ancora di più indossando sempre seta pura del tipo più bianco (almeno all'esterno) con un laccio da turbante dorato e rosso della Mecca e un pugnale d'oro.
42) Abdullah restò colpito dal fatto che gli inglesi uccidessero le loro bestie abbandonate, ma io gli feci notare che noi arabi ci uccidevamo a vicenda se feriti mortalmente in battaglia, e Abdullah mi rispose che ci caricavano di tale vergogna per evitare ai feriti altre torture. Credeva che non ci fosse essere vivente che non preferisse una morte lenta nel deserto piuttosto che una fine rapida; infatti, secondo lui, la morte lenta era la più misericordiosa di tutte, poichè l'assenza di speranza evitava l'amarezza di una lotta perduta lasciando la natura dell'uomo libera di comporre se stessa di fronte alla misericordia di Dio.
43) Me ne andai lungo la vallata nel lontano Ain el Essad restando lì, nel mio vecchio nascondiglio sotto le tamerici, dove il vento tra i verdi rami polverosi suonava le stesse melodie generate dagli alberi inglesi.
44) Erano chiari i segni di mentalità rozze in queste città romane di frontiera, Um el Jemal, Um el Surab, Umtayie. Tali edifici incongruenti, in ciò che è, e era stato sempre un deserto, dimostrava la poca intelligenza di chi li costruì, quasi un' affermazione volgare del diritto dell'uomo, del diritto romano, a non cambiare abitudini di vita ovunque si trovasse. Gli edifici all'italiana, pagati tassando le province assoggettate, in questi margini del mondo, rivelavano una cecità prosaica di fronte al carattere fugace della politica.
A proposito dell'affermazione volgare del diritto romano...L’Arco dei Fileni, fatto erigere da Mussolini tra la Tripolitania e la Cirenaica. Per la sua altezza spiccava in lontananza nel deserto. In alto spiccava la scritta “Alme Sol, possis nihil urbe Roma visere maius” “Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma”.A fine guerra il re della Libia l’aveva fatta tradurre in arabo. Gheddafi, al potere dopo il colpo di Stato, lo fece radere al suolo.Gertrude Margaret Lowthian Bell (Washington Hall, 14 luglio 1868 – Baghdad, 12 luglio 1926) è stata un'archeologa, politica, scrittrice e agente segreto britannica. Ebbe un ruolo primario nella creazione dello stato moderno dell'Iraq. Essa svolse un attività segreta di supporto alla rivolta araba durante la prima guerra mondiale - per la quale si è soliti riconoscere principalmente il ruolo di Lawrence d'Arabia - ed al termine del conflitto mondiale contribuì a tracciare i confini del moderno stato iracheno raggruppando i tre vilayet ottomani preesistenti della regione mesopotamica.
Above, Thomas E. Lawrence accompanies Churchill on a mission regarding the creation of new countries in the Middle East after the First World War.Leonard Woolley (sulla destra) e Thomas E. Lawrence (piú noto come «Lawrence d’Arabia»), posano ai lati di un rilievo a Carchemish (Siria), nel 1912. Lawrence fu un promettente archeologo e la sua tesi di laurea del 1910 (che meritò la lode) la dedicò all'architettura militare medievale, in particolare i castelli dei crociati.
Nel 1935 Lawrence viene congedato definitivamente e si ritira a Clouds Hill, presso Bovington, nella contea del Dorset. Già da tempo si incrociano voci e indiscrezioni sulla sua vita privata, sulle sue presunte tendenze omosessuali e masochiste, per lo più collegate a quello che lui stesso evocò nei Sette pilastri come l'"incidente di Deraa" (quando, prigioniero dei turchi, sarebbe rimasto vittima di violenze sessuali). Questo e altri episodi sarebbero avvalorati - anche se i biografi non sempre concordano - da documenti solo di recente resi pubblici dal Public Record Office britannico; fra essi un carteggio composto da diari e lettere consegnato dopo la sua morte alla Bodleaian Library di Oxford dal fratello Arnold. Si è saputo così di rimesse di denaro che Lawrence, per il tramite della RAF, fece a più riprese dal 1924 fino alla morte a favore di diverse persone, fra cui due signore, con una delle quali, un'insegnante di nome Ruby Bryant, si dice avesse contratto matrimonio. Il 13 maggio di quello stesso anno, mentre percorre sulla sua motocicletta Brough Superior una piccola strada di campagna, Lawrence rimane vittima di un incidente, secondo molti non del tutto casuale. Ne uscirà in coma e morirà pochi giorni dopo, il 19 maggio, nella casa di campagna dove abitava.
Lapide commemorativa nel luogo in cui Lawrence ebbe l'incidente mortale sulla sua motocicletta.T. E. Lawrence in sella alla sua motocicletta
L'allora Emiro Faysal, comandante delle truppe arabe, a un ricevimento da lui organizzato a Versailles durante la Conferenza di Pace di Parigi del 1919. Al centro, da sinistra a destra: Rustem Haydar, Nuri Al Said, l'Emiro, il Capitano Pisani (dietro Faysal) T.E. Lawrence (Lawrence d'Arabia), un ignoto servitore di Faysal e il Capitano Tahsin Qadri. Dell'Emiro Faysal, Lawrence ebbe a scrivere nel suo "La rivolta del Deserto": "La sua natura non era incline alla riflessione poichè opprimeva la sua velocità d'azione. [...] Il suo fascino personale, l'imprudenza, il toccante accenno alla propria fragilità come solo riserbo di un carattere orgoglioso lo facevano un idolo per i suoi seguaci. [...] I suoi uomini mi raccontarono che, dopo un lungo periodo di combattimento, durante il quale dovette sia coprirsi le spalle che comandare la carica, incitandoe controllando i suoi uomini, ebbe un crollo fisico e fu trasportato via dal luogo della vittoria, senza conoscenza e con la bava alla bocca" . "Feisal si sedeva nella tende delle udienze fino a quando aveva ascoltato tutti coloro che chiedevano un incontro. Non vidi mai un arabo andarsene insoddisfatto o ferito: un tributo al suo tatto e alla sua memoria, poichè non lo vidi mai in imbarazzo per aver dimenticato un fatto o per aver confuso una parentela"Per approfondimenti: 1) http://telawrence.info/telawrenceinfo/index.htm 2) http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=43
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