domenica 16 agosto 2009

Il bivacco Minazio è di tutti ed ha il tetto rosso: è comunista?

 

Il bivacco Minazio (a quota 2292 metri, non finirò mai di dirlo neanche nel video...) è una magnifica e confortevole casetta in legno (mi pareva brutto dire prefabbricato in legno e lamiera!), con il tetto rosso comunista, sempre aperta a tutti gli scalatori con due stanze per dormire per un totale di 12 posti letto in ottimo stato e con coperte in abbondanza;
Bivacco Minazio
Presenza di blogger con videocamera al bivacco

Il bivacco si affaccia su un paradiso di nuvole, il Vallon delle Lede, nella zona dell'Agordino tra le Pale di San Martino.

Castelpietra vicino a Fiera di Primiero, con i contorni delle vicine Pale di S. Martino. Feudo del vescovo di Feltre per controllare la via che collega l´Agordino a Fiera (Passo cereda), pone fine alla sua dimensione militare dopo la distruzione ad opera dei Veneziani (1511).

GRAZIE MONTAGNA per avermi dato lezioni di vita,perché faticando ho appreso a gustare il riposo,perché sudando ho imparato ad apprezzare un sorso di acqua fresca,perché, stanco, mi sono fermato e ho potuto ammirare la bellezza di un fiore,la libertá del volo degli uccelli,respirare il profumo de la semplicitá,perché solo immerso nel tuo silenzio,mi sono visto allo specchio e spaventato ho ammessola mia necessitá di veritá e amore,perché soffrendo ho gustato la gioia della vettapercependo che le cose vere,quelle che portano alla felicitá,si ottengono solo con sforzo,e chi non sa soffrire,non potrá mai capire. (poesia di Battistino Bonali, tra i più grandi scalatori)

Nella piccola sala con un tavolo e panche si può comodamente mangiare. Nei pressi vi è anche una sorgente (segnalata dal bivacco) con acqua quasi sempre presente.
Stato d'animo: conquista.

"La montagna è selettiva. Se non sei ancora bene, se non stringi forte l'appiglio, ti scrolla giù e ti fa rotolare verso il mare. Opera una selezione severa: chi resiste agli scossoni resta lassù, chi si stacca scivola via. Ma forse è solo una questione di sensibilità. Se osservate i conoidi nei ghiaioni di montagna (vedi Val Monzoni ), noterete che le pietre più grosse e grezze, quelle dalle forme più grossolane stanno in fondo, sono rotolate giù, mentre la ghiaia fine, quella sottile e raffinata, è rimasta in alto, dove nasce la roccia." Tratto da "Le voci del bosco" di Mauro Corona

Stato d'animo: felicità.

Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: guardare e cercare, esplorare oltre (lo stagno di rane).


Stato d'animo: soddisfazione  

Alle mie spalle pini-mughi. "La muga, o pino-mugo è la cattiva per eccellenza. Subdola di natura, cresce falsa e disonesta ed è anche rompiscatole. A differenza dell'agrifoglio, che tiene per sé la cattiveria come un vecchio lupo solitario, lei la dispensa a piene mani al prossimo. Come tutti i vili sta col branco e, al pari dei noccioli e dei sambuchi, trae forza dal numero. Provate a camminare in mezzo a un mare di mughe. Verrete percossi da infiniti colpi alla gambe e dopo un'ora lo spazio guadagnato sarà minimo. Vive in alta quota. Di lei appare solo un ciuffo verde poichè nasconde il tronco sotto terra dove si sviluppa anche per quindici metri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. [...] Se la stringi ti dà l'idea di affidamento e a volte tiene. Ma se gli stai antipatico, e in un pendio ripido ti aggrappi a lei per tirarti su, ecco che ghignando fa crac e ti molla di sotto". Tratto da Mauro Corona "Le voci del bosco" e sperimentato di persona alle pendici del monte Pelmo.(il cui motto era "Salire in alto per aiutare chi sta in basso") "Grazie Montagna" che ho riportato qui e nel video, è anche fermarsi ad ammirare la meraviglia di un fiore ed altri piccoli mondi, quali quelli di un formicaio.
Si può raggiungere il bivacco dal parcheggio di Malga Canali (1302 m), da dove si parte anche per il Rifugio Treviso, per il sentiero 711 segnalato in modo esemplare.
Stavolta nella mia ascesi, ho curato ogni particolare, perchè la montagna come dice la poesia del famoso scalatore Battistino Bonali




Qualcuno sapientemente ha affisso "Grazie Montagna", poesia di Battistino Bonali che riportato prima, dentro il bivacco Minazio.
Preghiera della strada. Finalmente la route! Ho bisogno dello zaino e della pazienza del cammino. Ho bisogno di avere sete qualche volta di avere fame. Ho bisogno di piantare la tenda tutte le sere e di spiantarla tutte le mattine. Ho bisogno che tutto questo mi liberi dal dormiveglia e mi ridoni il gusto della vita. Ho bisogno del silenzio, dei pezzi di strada senza parole, per accorgermi che non devo avere paura di niente, neanche della mia debolezza, perché c’è un amore che mi ama sempre. Buona strada.

Ultima foto, quella a cui non posso sottrarmi, nonostante avrei preferito ometterla perchè mi vede in stati d'abbandono. Ma è la nuda e cruda verità, lo stato in cui ti riduce questo rosso Bivacco Minazio..comunista!.
Sciretti Alberto ore 21.00 a 30 anni getta la spugna, abbandonando pose trionfali. Si arrende alla montagna. Riprenderà i sensi, paralizzati dalla fatica del bivacco Minazio, tra le dolci pareti di casa.
"Gli alberi, sono come noi e noi siamo come alberi, ognuno con il proprio carattere, struttura fisica, fortuna e disgrazia. Osservando le piante, tutti ci possiamo riconoscere nell'una o nell'altra perchè anch'esse, come noi, possiedono una personalità, un modo di vivere, un'educazione, una cultura. Capiterà, allora, che l'uomo buono e generoso si riconosca nel cirmolo. il cocciuto nel carpino, il superbo nel noce, l'elegante nella betulla e così via. [...] Ogni albero ha una voce, un carattere, un uso. [...] Le liane sono le suore del bosco. Con critiana compassione vanno a visitare tutti gli alberi disgraziati. Di notte si arrampicano sul pioppo, lo accarezzano, lo consolano, gli tengono compagnia , e al mattino pregano per lui tra i suoi rami incerti. A volte egli è preso dalla disperazione, perde la pazienza, diventa cattivo e le maltratta scrollandosele di dosso. Succede spesso così: le persone buone che ci aiutano e ci vogliono bene vengono ripagate solo dai nostri insulti [...] Il pino, per via dei suoi rami fitti e spioventi è diventato l'ombrello sempre aperto, la tettoia sotto la quale ti rifugi quando scoppia il temporale. È naturale cercare riparo sotto i suoi rami, perchè comunicano qualche cosa di affettuoso e protettivo e la pioggia non riesce a penetrarli. Se ti intrufoli sotto un pino, troverai anche una scorta di fiammiferi e un letto per riposare. Infatti, egli depone a terra e preserva dall'umidità una quantità notevole di rametti minuscoli e barbe sottili, sempre secche e immediatamente pronte per essere accese. Quei fuscelli consentono di fare fuoco nelle situazioni peggiori" Mauro Corona, Le voci del bosco.


Il tempo di percorrenza, calcolato sulla vita sedentaria di un normale cittadino smidollato, è direttamente proporzionale al vostro allenamento e può variare tra le 3 e le 4 ore, visto che la salita è ripida e ardua (il cartello indica 2 h e 40 minuti)... ma le cose belle, come dice Platone alla fine dell' Ippia Maggiore, sono difficili.
(la foto è un po' schiacciata.... pare che stia scalando il Cerro Torre, comunque la salita è ripida e ardua)

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giovedì 13 agosto 2009

Mi sono bevuto il Monte Pelmo, prima delle vacanze estive

Il Sole, « è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile » (Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori). Platone simboleggia con il sole la fonte della vera conoscenza. Normalmente gli uomini sono tenuti prigionieri (ad esempio dalla televisione che influenza e domina l'opinione pubblica manipolando le notizie), costretti ad osservare delle semplici ombre di forme (le immagini proiettate dalla televisione ad esempio) che non sono neanche dei veri oggetti; essi possono essere trovati soltanto "fuori della caverna", cioè nel mondo intellegibile delle forme conosciute dalla ragione e non dalla percezione. Insomma, il mio consiglio è di andare a prendere il Sole....
Sciretti Alberto alla Grotta di San Antonio, Forcella Forada (luglio 2009), a rappresentare la metafora del Sole nel Mito della Caverna ?????. All'interno una nicchia con l'immagine di Sant'Antonio e due panche laterali. La piccola costruzione, in caso di maltempo, può offrire riparo a più persone.
"Casa ideale" alle pendici del monte Pelmo. Foto terapeutica dedicata a chi (ammalato) sogna un attico a New York.
Prima di partire per il mare, sono andato a trovare il Monte Pelmo, una montagna delle Dolomiti che raggiunge i 3.169 m s.l.m.; mi ha detto che sta bene e che è contenta che il 26 giugno di quest'anno queste montagne siano state inserite nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Gli ho chiesto perpiacere di non farmi cadere in testa un masso che ho una serie di cose da portare a termine e lei è rimasta in un silenzio assertivo (in verità l'ascesa al Rifugio Fiume non palesa nessuna difficoltà o pericoli. Facile meta adatta a tutti, anche a famiglie con bambini.).
Paesaggi salendo verso Forcella Forada dalla località Villanova (Borca di Cadore).
Non ho fatto il famoso giro del monte Pelmo, ma ho raggiunto il Rifugio Città di Fiume a quota 1.917 m s.l.m. da Borca di Cadore (BL), precisamente dalla località di Villanova. Il rifugio è tappa privilegiata per gli escursionisti che, attraverso sentieri facili e perfettamente segnati, intendono raggiungere, in una giornata, più rifugi. Ci si trova al centro tra Pelmo, Civetta, Marmolada e Gruppo del Sella.

Il rifugio Citta di Fiume.

Ampio lo spazio erboso pianeggiante antistante il Rifugio con animali al pascolo Se cercate quindi un rifugio dove poter far stare i bambini vicino alle mucche, il Rifugio Città di Fiume fa per voi. (lo sapevate che con le foglie del noce non si può fare il letto alle mucche altrimenti il latte delle mammelle si asciuga immediatamente? Lo sapevate che nell'interno dell'abete bianco, racchiuso in piccole e morbide ampolle, un raro liquido incolore detto "lagrimo", miracoloso balsamo per le malattie dell'apparato respiratorio. Se accarezate la corteccia dell'abete bianco, noterete delle lievi protuberanze grandi come mezzi fagioli. Schiacciandole con l'unghia del pollice uscirà il prezioso olio. Và messo nell'acqua bollente e aspirato per inalazione, combattendo bronchiti e le tossi dell'inverno. Sapevate che se praticate un piccolo foro nel primo metro di fusto del pino (attenzione il pino può anche morire per i troppi fori) e vi appendete sotto un vaso, dopo qualche giorno fa uscire colate di resina densa e gialla come caldo miele? La resina del pino ha un valore medicamentoso. Se ti rimane conficcata una spina sotto la pelle e non riesci ad estrarla basta mettervi sopra un po' di resina liquefatta e di lì a qualche giorno la spina viene a galla" Lo sapevate che appendendo un ramo di cirmolo in una stanza ti porti in casa il bosco? Chiuso tra i muri il profumo dura per molti anni". Non le sapevo neanche io tutte queste cose, le ho lette in "Le voci del bosco" di Mauro Corona.)

Il monte Pelmo si colora di rosa verso il tramonto.

Sole illumina fino a tarda ora e tramonta colorando di rosa la parete del Pelmo.

Sciretti Alberto (luglio 2009) impiastricciato di crema protettiva, in finte pose naturali.

Sciretti Alberto in un tentativo maldesto di sembrare più bello della natura alle sue spalle, natura che ricorda ad Alberto attraverso le parole di Mauro Corona che "coloro che vivono di apparenze non possono avere fondamenta forti e compatte o un' essenza solida e sicura. Sono come fatti di cartone. Ingannevoli nella facciata, da lontano sembrano brillanti e sicuri, ma alla prima battuta, si rivelano deludenti e noiosi". Meglio che la smetta con queste foto e i primi piani, prima che qualcuno si accorga che sono vanitoso.

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venerdì 21 novembre 2008

Mauro Corona: writer, sculptor and Italian climber.

"Mio nonno parlava con gli alberi, e li rispettava per l'uso che ne faceva. Mi chiedeva di tenere le mani attorno alla corteccia quando la incideva per fare innesti. Era convinto, e lo sono anch'io, che in quel momento l'albero provava paura, tremava e veniva assalito dalla febbre. Le mie mani strette a lui servivano a rassicurarlo, proteggerlo, aiutarlo a sopportare il dolore che il taglio gli procurava. Fino a pochi anni fa il rapporto tra i boscaioli e alberi era di reciproco rispetto". Tratto da Mauro Corona, Le voci del bosco, Edizioni Bilioteca dell'Immagine
Sciretti Alberto assieme a Mauro Corona sulla palestra per arrampicatori ad Erto il 09/11/2008
"Una betulla, innamorata di un maggiociondolo, attendeva che il vento la piegasse per andarlo a baciare, ma, per quanto il vento soffiasse forte, le mancavano sempre qui pochi centimetri per giungere al bacio agognato. Così, in attesa dell'evento impossibile, la betulla gli parlava senza speranza. Fu il Vajont che li unì. Strappati e trascinati via dall'acqua, si toccarono per un breve istante. Così, prima di morire, anche il maggiociondolo ebbe un po' d'amore, mentre dalla rive sparivano altri alberi e la gente, e la gioia di vivere, e tutto quello che ci aveva fatto sperare in un futuro migliore." Tratto da Mauro Corona, Le voci del bosco, Edizioni Bilioteca dell'Immagine

Primo piano di Mauro Corona , che dice "è sciocco cercare di mascherare il cammino degli anni. L'incidere del tempo cambia il colore alla pelle del maggiociondolo e la abbruttisce, ma lui non se ne rammarica [...] Cambiare la nostra identità per cercarne una di moda che ci appartiene, fa smarrire il senso della vita". Oltre quarant'ani di vita nei boschi e dialoghi con le piante e con la roccia. Durante questo lungo tempo, ha capito, sono parole sue, "che tutto in natura ha un proprio carattere, una personalità, un linguaggio, un destino" e "durante le scalate difficili cominciai a parlare anche alla roccia e le cose andarono meglio".

Sentite questa metafora: "il faggio è la folla, la massa, e la sua giornata è quelle del lavoratore laborioso. La fabbrica funziona perchè ci sono i faggi che avvitano bulloni e svolgono lavori di manovalanza. Senza di loro la catena di montaggio non andrebbe avanti. Nessuna società può vivere e produrre solo con il riservato maggiociondolo, o con l'elegante betulla, o con il duro ma fragile acero. Ci vogliono i tanti faggi che ogni mattina sono lì, a timbrare il cartellino. Certo lui non è un lettore, non va a teatro, il cinema impegnato non lo conosce, ma per il calcio, per la squadra del cuore, è disponibile a tutto. In fabbrica, il lunedì è felice se i suoi hanno vinto e poi un po' di osteria, le carte e la televisione sono il suo mondo. Dei faggi ho grande rispettoperchè, da semplici operai, devono mantenere la famiglia, pagare l'affitto, mandare i figli a scuola. Nella città del bosco sono i manovali che impastano la malta, portano i mattoni e costruiscono le case. Senza di loro i designer, gli ingegneri, i tenici ossia i frassini, i tassi, i maggiociondoli morirebbero di fame. Questi ultimi sono di famiglia privilegiata e quindi mancano di quella manualità che sola permette la sopravvivenza e che sta pericolosamente scomparendo anche nei ceti meno abbienti. Ma, prima o dopo, sarà di nuovo necessario avere manualità e il riappropriarsene costerà assai caro a coloro che allora popoleranno la terra." Mauro Corona in "Le Voci del Bosco"

Ecco i due video forse più belli che ben rappresentano l'alpinista, scultore e scrittore Mauro Corona ( http://www.dispersoneiboschi.it/ ).

Ho incontrato Mauro Corona pochi giorni fa'. Era sulla palestra naturale per arrampicatori di Erto, divenuta proprio famosa grazie allo scrittore, scultore ed alpinista. Quel giorno Mauro era li festante, nonostante la sbronza di vino della sera precedente e nonostante i quasi 60 anni si è arrampicato come un ventenne aprendo la strada ad un suo amico medico (scherzando mi ha detto che lo porta ad allenare perchè in cambio gli prescrive il viagra gratis eh eh che forte mauro). Ha dimostrato di essere l'autore dei suoi libri. Un saggio, temprato dalla montagna, che tanto avrebbe da insegnare ad un mondo di colletti bianchi senza identità che consumano 3 litri di carburante per acquistare un litro di latte e che vomitano cemento ed asfalto, banche e centri congressi, come se questi potessero sfamarci. La metropoli di New York cosa produce veramente? Cosa finisce sulla nostra tavola? Uova di gallina, mais, frumento?....

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Palestra naturale di arrampicata a qualche centinaio di metri dalla Diga del Vajont

Questo è il video che ho fatto su Mauro Corona: sicuramente vista anche la musica in sottofondo risulterà superficiale ai più ed un po' sacrilego ed in constrasto con lo spirito che emana nella valle del vajont; ho preferito un timbro allegro e spensierato perchè Mauro Corona nella sua saggezza e profondità d'animo è una persona che trasmette anche allegria, carisma, spensieratezza, oltre che a riflessioni profonde sulla nostra esistenza, ed è per questo che credo sia amato anche tanto dai giovani. Quindi alti i calici, non ci si piange addosso ma si combatte. La miglior prova di questo è andarlo a trovare a Erto, nella sua bottega..o andando a caso nei boschi limitrofi.

60 years everything is possible. Thanks to Mauro Coronahttp://www.dispersoneiboschi.it the gym Erto became one of the most prestigious for sport climbing in Italy. You can find him frequently to give advice to climbers experts and beginners. Mauro Corona was born in Italy near Trento from a couple of itinerant vendors and as such was born in a cart in 9 august del 1950. Corona is one of the most popular contemporary sculptors wood, known in Europe. Also devotes to climbing (Mauro Corona has opened over 300 climbing routes in the Dolomites) and writing. Many of his novels have been translated into several languages including Chinese. Mauro Corona has a particular relationship with the trees, and often embraces them with warmth and that he was taught since childhood when he went to cut the trees to make firewood. It was a way to reassure the tree and tell him not to worry. The passion for woodworking Mauro Corona has inherited in its valley, among its people. It carved the wood to need, the objects created are sold, will survive with the walking. Huge masses of chips, the unmistakable smell of wood that took shape as the baby Mauro Corona noted that his grandfather partnership with skilled manual created spoons, bowls and many other tools. Switch solitary moments of study and writing in conferences, meetings and events, continues to make wooden figures inspired by the shapes and things that affect thinking during walks in the woods of Val Vajont. It should be running in the mountains and brings children to climb. When set in the evening you can sometimes meet in the tavern that enjoy a good red with friends. Sometimes more than one. Mauro Corona said "The resin is the product of a pain, a tear that seeps from the wounded. Drops gold, yellow like honey, which does not flee away, not run away like water, do not leave the tree. Remain glued to the trunk, for give company, to help him resist, to continue growing. The memories are drops of resin that flow from the wounds of life

60 years everything is possible.

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