Dinosauri? Da questa parte. Un cartello alle Marocche di Dro
Le Marocche di Dro sono formate da un vasto deposito detritico di natura calcarea; col termine "marocche" si indicano grandi ammassi di blocchi di roccia di grosse dimensioni, sciolti e distribuiti caoticamente. Sono dunque fenomeni geomorfologici, e la loro origine è legata alle glaciazioni. Le Marocche di Dro sono la frana più grande dell'intero arco alpino e mi ha ricordato per certi versi il paesaggio lunare del vajont
Cartellonistica ben curata nei pressi delle orme dei dinosauri.
Orme di dinosaursi su un blocco di calcare. Il blocco di pietra che conserva le orme fossili è stato per lungo tempo esposto alla pioggia e al vento. L'acqua piovana agendo come un acido ha dissolto a poco a poco la superficie livellandola.
Orme di dinosaursi su un blocco di calcare.
La foto ritrae una pista di dinosauro quadrupede, in cui le impronte dei piedi sono sovrapposte parzialmente a quelle delle mani. La pista è larga e le orme sono poco distanziate (forse un scelidosauro , il dinosauro corazzato per via delle piccole placche ossee che ricoprivano gran parte del corpo). Le orme sono frutto di un lungo processo che trasformò i sedimenti marini nelle rocce calcaree, impilate con ordine nelle stratificate pareti delle montagne circostanti. 2000 anni fa' un grande frana si staccò dal fianco del Monte Brento e gli strati di roccia con le orme dei dinosauri si accumularono dove oggi li vediamo.
Nella foto il monte Brento; in evidenza le spaccature che originarono gli eventi franosi databili 100.000 o 200.000 anni fa, addirittura in periodi interglaciali, mentre gli ultimi pare siano avvenuti in epoca storica ed abbiano travolto anche insediamenti umani.
Il paesaggio lunare delle Marocche di Dro con sullo sfondo il castello di Drena che ha conservato molto bene la struttura delle fortezze medioevali
Dalle marocche di Dro si vede lo sperone roccioso di Arco di Trento. Siamo a pochi km dal lago di Garda!
Lago di Cavedine visibile dalle Marocche di Dro
All'interno delle Marocche si trova una depressione che ospita un piccolo lago, originatosi per sbarramento da frana è denominato Lago Solo. La vegetazione è prevalentemente di carattere pioniero, tipica delle fessure delle roccie e dei detriti; l' "improduttività" di questi luoghi è compensata da una grande ricchezza naturalistica ed ecologica.
Qui di seguito alcune foto di evidenze fossili da me riprese:
Le piste dinosauriane sono ben visibili su un ripido colatoio (duecento metri di lunghezza per circa sei di larghezza). Non mancherò di visitarlo.
Non c'entra niente con le pacifiche orme di Dinosauri, ma il sopracitato Monte Brento è una Base jumping molto pericolosa, dove sono deceduti parecchi base jumper. Il Becco dell' Aquila (vicino a Riva del Garda) è diventato il luogo di riferimento in Italia per i base-jumper di tutto il mondo. Basta una folata di vento per farti sbattere violentemente contro la roccia.
Ultimamente ho scoperto il lago di Garda, quale vera palestra all'aria aperta. Vi si possono praticare tutti gli "sport" ..io mi sto interessando a biciclettate da paura con mountain bike sul Monte Baldo e torrentismo (o canyoning), ma di questo ne parlerò più avanti. Forza che l'estate è alle porte!!! muoversi, muoversi, muoversi.
Cerca la verità dappertutto e con tutti i mezzi, diventando ciò che sei, sviluppando le tue autentiche potenzialità; condividi queste tue verità perchè la felicità è vera solo quando è condivisa; parti in esplorazione oltre lo stagno di rane, "apportando un radicale cambiamento al tuo stile di vita, cominciando con coraggio a fare cose che mai avresti pensato di fare o che mai hai osato. C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perchè è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso."
Difendi gli ultimi lembi di un territorio martoriato, sfruttato, degradato e spremuto da un progresso cieco. Ascolta il Cantico delle Creature e chi come Andrea Zanzotto e Mario Rigoni Stern canta le lodi della Natura e di quei beni non immediatamente monetizzabili, quali la bellezza, il senso di condivisione e appartenenza, il patrimonio storico-culturale. Ciò che appare in pericolo oggi nella mia terra Veneta come forse anche nella tua, non è solo la salubrità dell'acqua, dell'aria o dell'ambiente, ma i paesaggi nella loro varietà e ricchezza, i beni storici profanati, gli scorci oltraggiati, e il senso di appartenenza
Sotto il guanto di velluto di un umanitarismo efficacemente supportato da manipolazione genetica, impiego di sostanze psicoattive, ipnopedia e divertimenti ipertecnologici, l'umanità è finalmente riuscita a sconfiggere le malattie, l'aggressività, la guerra, l'ansia, la sofferenza, il senso di colpa, l'invidia e il dolore. Ma il prezzo di tale vittoria ha un nome: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio.
Il mondo nuovo ha conseguito benessere, senso della comunità, stabilità e una soddisfazione pressoché generale solo per ritrovarsi popolato da creature con fattezze umane, ma spiritualmente ritardate. Consumano, fornicano, assumono "soma", giocano a "palla centrifuga", azionano le macchine che rendono possibile tutto ciò. Non leggono, non scrivono, non pensano, non amano, ne si autogovernano. Arte e scienza, virtù e religione, famiglia e amicizia sono passate di moda. Quel che più conta è la salute fisica, la gratificazione immediata. "Non rimandare mai a domani il divertimento di oggi". Nessuno aspira a qualcosa di più. L'uomo nuovo è così disumanizzato che non si rende neppure conto di ciò che ha perso.